20 febbraio 2009
Le tinte pastello sono quelle della Libreria Mondadori di Empoli, l'atmosfera è quella tipicamente toscana, allegra, giocosa, conviviale. Tutt'intorno libri. E' questa la cornice, anticipata dal quotidiano La Nazione, in cui il giorno 20 febbraio, splendido venerdì di sole, si è svolto il quinto Minimal Forum, una sorta di raduno tra autori, oltre che una presentazione conviviale di titoli, tutti editi da Ibiskos Editrice Risolo che, proprio ad Empoli, ha la sua sede operativa.
A moderare il forum letterario Monia B. Balsamello e Antonietta Risolo, l'editore, il cui gene letterario è patrimonio della nonna, Amalia Popper, allieva e musa ispiratrice di James Joyce. Amalia Popper, detta anche Malietta, è stata la prima traduttrice italiana delle opere dell'irlandese ed è stata inoltre autrice della sua prima biografia (pagine premesse alla sua traduzione dei Dubliners), edita nel 1935 a Trieste col titolo "Araby"
Una piacevole rimpatriata? Non solo! Un'occasione unica per scambiarsi idee, opinioni, per inoculare il germe della lettura e della scrittura e, perché no, per fare il punto della situazione. Un momento non facile dal punto di vista economico, ma dove un libro può continuare ad offrire, ad un prezzo tutto sommato ragionevole, la possibilità di un viaggio senza eguali. Ed è stato, questo Minimal Forum, un viaggio senza eguali insieme agli autori di una collana che, sin dalla sua nascita, ha voluto privilegiare i contenuti e non la forma.
Accanto a Marco Nundini, che ha presentato il suo romanzo in Giallo e Nero "Vite Corsive" un caleidoscopio di generi e di stili: Amabile Gargana, Riccardo Ceccherini, Azzurra mangani, Mario Monferrini, Marina Pierri, Ilaria Nassa, Lorenzo Piantini, Camilla Bigini.
È stata la prima traduttrice italiana delle opere dello
scrittore James Joyce ed è stata inoltre autrice della sua prima
biografia, pubblicata come introduzione alla sua traduzione di
Gente di Dublino, edita nel 1935 a Trieste col titolo "Araby.
Amalia Popper guadagnò un'improvvisa notorietà nel 1968 quando il
biografo di Joyce Richard Ellmann, basandosi sulle parole di
Stannie Joyce, la identificò come musa ispiratrice del poema
Giacomo Joyce, scritto nel 1914 e pubblicato postumo, in cui
sarebbe descritta l'infatuazione dello scrittore per la sua giovane
allieva. Sempre secondo Ellmann, Amalia Popper è stata anche uno
dei modelli utilizzati da Joyce per il personaggio di Molly Bloom
dell'Ulisse, in particolare <<per il carattere e per il suo
aspetto sud europeo>>. Anche il nome Molly sarebbe un
riferimento ad Amalia, che in casa era chiamata spesso con i
diminutivi Malietta, Maliú o Màli, mentre il nome del protagonista
Leopold Bloom sarebbe un riferimento al padre di Amalia, Leopoldo
Popper.
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